Tu che lavoro fai? Non importa!
No aspetta non sto dicendo che non sia importante…ma bensì che è comunque utile per la società, però a volte ci si dovrebbero porre delle domande su alcune problematiche legate ad alcune abitudini dei clienti o comunque da chi usufruisce ed a volte abusa della tua collaborazione e/o del tuo servizio, ma soprattutto del tuo tempo e della tua bontà.
Chiaramente parlo di te, si proprio di te che ti impegni al massimo, indipendentemente da che cosa fai, che molte volte esegui dei compiti che vanno oltre le tue mansioni, per cui no, non sto parlando di te, che vai al lavoro solo per passare il tempo e smazzolare gli zebedei agli altri compagni di lavoro, che ti lamenti sempre di tutto e di tutti, aspettando solamente il bonus mensile diversamente meritato, solo perché non hai e/o non hai mai avuto voglia di fare una fava nella vita o semplicemente perché non ti vuoi prendere alcuna responsabilità!!!
Da che cosa sono causate queste problematiche? Da un tuo “errore”? Dal caso? Potrebbe essere così, ma non è detto che sia sempre e proprio così.
Se esegui frequentemente delle vendite o comunque dei lavori urgenti, urgentissimi, (anzi li stavi già facendo sapendo in anticipo per mezzo dei tuoi super-poteri prima che arrivasse il cliente…), non sorprenderti se i clienti smettono di acquistare delle scorte magazzino più o meno grandi, in quanto li stai allenando tu, si proprio tu, ad aspettare sempre l’ultimo minuto, l’ultimo secondo, oltre i tempi di gioco consentiti, quindi aspettati pure discorsi del tipo…”eh ma è urgente, non posso lasciare, ***prodotto e/o macchinario e/o essere umano a caso***, fermo!!!”.
Quando invece hai quell’idea lampante, che aiuterà i tuoi clienti ed eventualmente ti semplificherà il tuo ed il loro lavoro, ma continui ad inviare comunicazioni varie per mezzo dei tuoi canali “social”, (whatsapp, telegram, email, radio, piccioni, si insomma hai capito…), quattro, cinque, sei volte, troppe volte, con insistenza alzando sempre di più il tono delle tue comunicazioni, sino quasi ad “urlare”, non stupirti se ignoreranno quella comunicazione importante, questo perché li hai abituati tu, (si tu, proprio tu, tu tu tu), ad aspettarsi una comunicazione importante solo quando gliela “urli” contro.
E se parlassimo dei pagamenti? Brutto vizio, tutto italiano ma non solo. Ritornando al discorso precedente, tu hai fatto quel lavoro urgente, ok, magari anche fuori orario, di sabato, domenica, Pasqua, Natale, ecc.. quindi ti pagherà subito? Giusto? Macchè! Frasi del tipo…”pagamento solito in uso”…bene, allora facciamo che ti aiuto come “solito in uso…”. Ma tu no, perseveri, perché comunque ti piace aiutare chi si trova in difficolta, questo per degli eventi cosmici pregni nel tuo essere, che sia il tuo IO od il tuo Super-IO, per magari una lobotomizzazione religiosa che hai ricevuto da giovane o semplicemente perché lo ritieni giusto (anche se giusto e sbagliato non esistono, ma lasciamo perdere la filosofia, almeno per ora…). Non sentire la frustrazione, lo stress o altri fastidi vari, fisici, mentali e/o energetici, perché li hai abituati tu, sempre e solo tu a farti schiacciare come del materiale marrone, a farti abusare e poi farti pagare, se e quando LORO lo ritengono opportuno…
Ed i tuoi colleghi/collaboratori invece?
Qui apriamo un mini vaso di pandora, si perché a volte gli presti del materiale di officina o del materiale da ufficio, ma lo stesso non ritorna poi da “Pietro”, quindi ti infastidisci, ti incazzi, smadonni, shisc!!!, ma poi nello sconforto non fai niente per cambiare questo svolgersi degli eventi; altre volte invece “eh mi faresti questo, io non ho tempo”, “eh domani non ci sono, potresti finire tu quel lavoro”, poi loro stanno a dormire e/o a parlare del calcio e/o cosa frivola a caso, alla macchinetta del caffè, o al bar limitrofo…tu ti rattristi però porti avanti il tutto, perché sai che comunque qualcuno deve fare quella cosa…ma…ricordati, li hai abituati tu, sempre e solo tu a permetterglielo!
In conclusione non voglio assolutamente affermare che non ci si debba spremere per aiutare il prossimo quando è in difficoltà, sia da un punto di vista emotivo, lavorativo, economico o altro, ma bisogna tenere ben presente il fatto che il modo in cui ti poni con gli altri, potrebbe formare negativamente gli stessi, cosa che poi ti potrebbe creare delle difficoltà future, per cui sono loro che sbagliano o sei tu che stai sbagliando? Come ultima cosa quindi ricorda che un’eccezione è un’eccezione, fine, stop, amen e non una successiva trasformazione in abitudine, che per “assurdo” diventa in seguito una pretesa, richiesta continuamente con molta arroganza e prepotenza…”eh ma, l’altra volta me lo hai fatto anche se era Domenica”, “eh ma l’altra volta me lo hai fatto in poche ore”, “eh ma, l’altra volta te l’ho pagato dopo MilleMilioniDiMiliardi di giorni”, “eh ma quel lavoro me lo hai fatto sempre tu”, “eh ma mi hai sempre prestato ***cosa a caso*** “
Eh ma, ESTIQATSI !!! 🙂
p.s. : a volte piuttosto di farsi prendere in giro si vorrebbero utilizzare delle espressioni colorite, come sotto indicato, ma…è meglio mantenere sempre un certo livello di educazione, rispetto ed eleganza comunicativa
A titolo informativo…
Approccio volgare “VATTELA A PIJA’ ‘NDER CULO DE RETROMARCIA”
Approccio elegante “Ti prego cortesemente di liberare questo luogo dalla tua nefanda presenza”
Approccio mistico “Shiiiiiscccc!!!”