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Ora siamo seri, dai!
Leggendo un titolo di questo tipo, si potrebbe pensare a molte cose, ossia che è legato ad un evento di cronaca, magari ad un nuovo romanzo, (oddddio un nuovo Harry Potter…), od ancora un film, si proprio un film, perché no?
Ognuno di noi ha le proprie passioni, anche se la definizione di “proprie” darebbe adito ad un confronto legato all’effettivo significato, in quanto potrebbero essere indotte da imprinting, da discendenza famigliare o da altri motivi.
In ambito motoristico, il weekend del 18/19 Giugno 2016 è stato molto caldo, soprattutto per un evento molto seguito, per la storia, la passione e lo sforzo sia progettuale al quale è legato, ma anche come livello di resistenza fisica e mentale richiesto per portarlo a termine, sempre che si riesca in tale impresa, e non si finisca per gettare la spugna per motivi umani o meccanici.
Uno trai i tanti miti del passato, ora diventato anche commentatore televisivo ed ambasciatore dell’Audi, è sicuramente Mr. LeMans , ma comunque non è detto che non ritorni in futuro in quel mondo così competitivo…magari facendo anche un solo stint di gara, chissà…

Ma andiamo con ordine…chi è quell’uomo?
Nel luglio del 2012 Frederic Sausset, poche settimane dopo aver partecipato alla 24 Ore di Le Mans come spettatore, ha subito un piccolo graffio mentre era in vacanza in una località marittima nel sud-ovest della Francia, quando nel suo inconscio iniziava già a crearsi un’idea ben definita per un progetto futuro; sembrava un normale taglio, come ne capitano a milioni sia ai bambini che agli adulti ed agli anziani, magari per mezzo di una conchiglia o uno scoglio tagliente od ancora per un detrito arrivato sino alla spiaggia da chissà quale località sperduta…ma poche ore dopo però, il taglio è stato contagiato, da una condizione nota come Purpura Fulminans, associata ad una sepsi, pur non sapendo ancora ad oggi, da che cosa sia stato causata esattamente.
Sarebbe molto interessante andare a verificare i motivi di tale infezione, o meglio dove è stata contratta, in quanto quel luogo e/o quell’oggetto potrebbero mettere in pericolo altre persone ma ci vorrebbe una collaborazione congiunta…

La Purpura Fulminans, nota anche come Purpura Gangrenosa, è un’infezione particolarmente sgradevole, aggressiva e molto pericolosa, che in molti casi è purtroppo fatale, e si può definire come un’infezione subdola in quanto tende ad attaccare le estremità del corpo, ossia gli arti, prima di concentrarsi sugli organi vitali, cioè rosicchia a poco a poco, “l’ospite”.
Dopo essere andato in coma in un ospedale di Bayonne, Frederic è stato trasferito in un’unità specializzata a Tours, dove i medici alla fine lo hanno costretto a prendere una decisione incredibilmente difficile, ossia morire spegnendosi poco per volta tra atroci dolori, oppure essere indotto in un coma artificiale per farsi amputare entrambe le mani, gli avambracci, ed entrambe le gambe appena sopra le ginocchia.
Non so che cosa avresti deciso, tu che stai leggendo, come del resto anche io, questa è una di quelle cose che quando capita nella vita non ti permette di temporeggiare o di “eleggere” degli “esperti / consulenti / tecnici”…
Dopo l’operazione Frederic trascorse le settimane successive, per sua stessa ammissione, sull’orlo del baratro, prima di un fortunoso ed inaspettato risveglio dal coma, alla fine di quel lunghissimo mese di agosto, e da li iniziò un percorso difficile, sia da un punto di vista fisico che soprattutto psicologico, ma sempre con quel pensiero legato a quel weekend, ossia Le Mans.
Pur non avendo mai avuto alcuna esperienza professionale nelle corse, prima della sua infezione, Frederic divenne sempre più convinto e determinato nel raggiungere il suo obiettivo, al quale aveva pensato in precedenza, anche se era solo un sogno lontano ed “irrealizzabile” ed in molti gli dicevano “Ehi! Sei vivo, non ti basta?” oppure “Non pretendere troppo dalla tua situazione” ed altri commenti molto intelligenti, sempre di questo genere…da esseri “umani” molto “evoluti”…
Quasi immediatamente dopo essere stato dimesso dall’ospedale, Frederic decise che era arrivato il momento di trasformare quel sogno, seppur molto ipotetico in realtà, o perlomeno impegnarsi nel provare a raggiungere il medesimo e da lì iniziò a prepararsi senza sosta, affiancando sessioni specifiche ogni giorno, come il nuoto per un’ora e mezza, un’attenta ed accurata fisioterapia, ed una preparazione muscolare molto accurata, che gli diede la possibilità di formare nel suo corpo sia una componente di forza che di resistenza, adatte per completare comodamente uno stint di gara, (è il lasso di tempo che una vettura in gara compie tra un pit stop e l’altro), di un’ora nella sua auto da corsa, senza alcun problema.
L’inizio delle competizioni
Alla fine di ottobre del 2012, Frederic ha ideato, organizzato ed avviato questo progetto incredibile che gli ha permesso di poter comprendere ed utilizzare un prototipo, grazie anche ai consigli del suo amico e pilota professionista Christophe Tinseau (avente 11 partecipazioni a Le Mans alle spalle), il quale lo ha allenato, seguito ed affiancato in questa avventura straordinaria.
La partecipazione di Frederic alla 24 Ore di Le Mans, alla guida di un prototipo LMP2, a malapena 4 anni dopo questo tragico incidente, è diventata una realtà grazie anche al sostegno di varie istituzioni, costruttori, compagnie finanziarie e sportive, i quali sono stati veramente sedotti e colpiti dalla storia di Frederic e dalla sua passione, che lo ha portato ad avere dei risultati tangibili.
Per la stagione 2015, Frederic ed i suoi compagni di squadra si sono impegnati e messi alla prova nel Campionato Endurance “VdeV” alla guida di una Ligier JS53 proto EVO 2; quella stagione di apprendimento gli ha permesso di familiarizzare con la vettura dalle prestazioni così elevate ed iniziare ad avere un quadro completo di quelle competizioni, così affascinanti ma molto impegnative ed estreme da un punto di vista tecnico ed umano.
Le loro gare di durata di 6 e 12 ore, svolte a Barcellona, ad Aragon, nel circuito di Paul Ricard al Le Castellet , a Magny-Cours ed infine a Estoril, gli hanno permesso di comprendere appieno che i loro sogni erano oramai diventati una realtà avventurosa ed intrigante, in quanto le loro prestazioni gli hanno consentito di essere tra i primi, guadagnando il massimo rispetto dagli altri piloti, proprio perché i risultati non mentono!
Frederic inizialmente aveva effettuato qualche test con un prototipo dell’Audi, controllato tramite una specie di joystick, ma questo non lo soddisfaceva molto e non gli dava quella confidenza con il veicolo, sufficiente per potersi spingere fino ed oltre determinati livelli; ha deciso quindi di sviluppare personalmente il proprio sistema di guida, ossia un’evoluzione di quanto provato in precedenza, questo per poter guidare la sua auto, la Morgan LMP2, in tutta “tranquillità”.
Un arto protesico attaccato al suo braccio destro, in combinazione con un freno e un pedale di accelerazione posto sotto le cosce, hanno permesso a Frederic di riguadagnare gran parte la stessa sensazione di guida che ha perso a seguito di quell’infezione.
Per Le Mans, a Frederic è stata data una deroga speciale per poter utilizzare un cambio automatico ed un sistema ABS, per poter gestire al meglio la frenata, il tutto però disattivabile proprio per poter rendere il veicolo utilizzabile dal suo compagno di squadra quando lo sostituiva per il proprio turno al volante, in modo da rispettare le normative della competizione.
Un garage quasi storico
Dopo l’introduzione del “Garage 56” nel 2012 nella 24 Ore di Le Mans, si sono viste varie storie di tecnologia futuristica molto spinta, percorsi di vita e lavorativi difficili ed impegnativi.
L’idea del “Garage 56” è stato ideata per consentire la promozione di tecnologie nuove ed innovative, che magari sarebbero diventate in futuro a medio/lungo termine, uno standard nelle altre categorie (LMP2, LMP3, GT1, LM-GTE), come per esempio i motori ibridi e tutto questo in seguito si sarebbe potuto ritrovare anche nei veicoli di noi “comuni mortali”.
Questo “Garage 56” è stato utilizzato sin dalla sua creazione dalla Nissan, che ha potuto in questo modo diffondere il suo progetto “particolare”, avveniristico e controcorrente, denominato DeltaWing; proprio in seguito alle prime indiscrezioni su questo progetto, c’è stato un grande seguito della comunità mondiale appassionata di corse e di nuovi progetti motoristici controcorrente e da li, anno dopo anno, l’interesse è cresciuto sempre di più, anche perché la stessa Nissan ha rilasciato altre specifiche di quel progetto, indicando inoltre a che punto erano arrivati e che cosa si prospettavano per il futuro.

Dopo la collisione con la Toyota di Kazui Nakajima , appena cinque ore dopo la partenza delle 24 Ore di Le Mans 2012, Satoshi Motoyama ha trascorso le successive due ore di gara tentando coraggiosamente, insieme all’assistenza dei suoi ingegneri, di rimuovere la vettura intrappolata dietro una recinzione, per riparare la rottura alla sospensione della sua vettura; dopo innumerevoli tentativi ahimè ha dovuto rinunciare in quanto si sono rivelati infruttuosi, ma il debutto della DeltaWing ha permesso al “Garage 56” di essere conosciuto ed ottenere il riconoscimento che meritava.
Da quando però è stato introdotto quel “Garage 56”, solo la Nissan lo ha occupato nell’elenco degli iscritti a Le Mans, ma dopo un anno di assenza di quel garage, era arrivato nuovamente il tempo che qualcuno lo occupasse, ovvero Frederic con la sua passione ed il suo coraggio.
A rischio di scendere nel campo delle iperbole, Frederic entra nella storia come un pioniere unico nel suo genere, nell’attuale era tecnologia in cui viviamo, in quanto anche se altri come Clay Regazzoni ed Alessandro Zanardi hanno continuato a competere dopo quegli incredibili incidenti che li hanno lasciati paralizzati o con degli arti amputati, ad oggi non esiste alcuna documentazione e/o prova che dimostri che altri esseri umani che hanno subito così tante amputazioni, siano arrivati sino al traguardo raggiunto negli sport motoristici da Frederic.
Alcuni “VI”P
In questa manifestazione sportiva c’erano vari attori cinematografici, che sono venuti a sbirciare in questo incredibile evento annuale, (ad eccezione di Patrick Dempsey che l’anno scorso ha partecipato come pilota e quest’anno come team manager), ossia Jason Statham, Brad Pitt, Keanu Reaves e Jackie Chan.
Vedendo quanto fatto da Frederic, dato che a volte creano dei film su sceneggiature improvvisate e improponibili, vedi…(vabbe non lo dico), in questo caso sarebbe molto interessante raccontare una storia vera, di sofferenza, impegno, volontà e coraggio, nella quale un uomo ce la sta mettendo tutta, per spingersi dove pochi uomini sono arrivati, uomini come Zanardi e Regazzoni.

Tra le “star” presenti nel giorno di gara l’unico in grado di interpretare questa parte, a mio modesto avviso, è sicuramente Jason Statham proprio perché riesce a trasmettere un impatto comunicativo comparabile ad un “normale” uomo di tutti i giorni, per cui forza Jason, provaci! O perlomeno valuta questa possibilità, ossia di creare e/o interpretare un ruolo difficile, di un uomo “presumibilmente” debole e non un super qualcosa.
In conclusione
La settimana di Le Mans è stata incredibile, sia per quanto riguarda i test che i vari eventi che si sono susseguiti, anche nei paesi limitrofi, concerti, feste, intrattenimento, e poi le qualifiche ed infine la gara…senza dimenticare l’immenso lavoro svolto dalle varie redazioni, e dai vari commentatori di Eurosport, il tutto live per tutta la durata…
Siamo tutti con te Frederic, anche il mitico Ulrich, Big Boss dell’Audi Motorsport (cosa che non ti aspetteresti da una persona di quel livello, ma chi conosce Wolfgang Ulrich lo sa…), come la seguente foto lo testimonia! Continua così Frederic…vedrai che riuscirai a raggiungere ancora tanti traguardi!
