
Come consigliato anche da alcuni articoli / editoriali / libri, risulta necessario appuntare, tramite post-it, sul calendario, sullo smartphone, tablet e/o computer vari, la data dell’11 dicembre 2016.
E cosa capiterà mai in quella data? Il ritorno dei Maya? L’elezione del terzo Papa vivente?
Beh niente di tutto questo, ma “semplicemente” che quel giorno è da temere come il giorno dell’Apocalisse, perché potrebbe essere l’inizio della fine del nostro sistema economico/produttivo.
Ohhhh…addirittura!!! Il solito fatalista…
Purtroppo si, perchè i Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, (OMC, più conosciuto come WTO in lingua inglese), entro quella data potrebbero riconoscere alla Cina il cosiddetto “Market Economy Status” (MES) e cioè di essere diventata, nonostante non in possesso dei requisiti previsti dal diritto internazionale e da quello comunitario, una economia di mercato ai fini dell’imposizione di dazi anti-dumping.
In poche parola avrebbe la stessa “qualifica” dell’Unione Europea, di Usa, Giappone, Russia, India, Australia, Canada e gran parte dei Paesi del mondo.
Dal momento del suo ingresso nell’OMC, nel 2001, la Cina invece dovrebbe continuare ad essere considerata, giustamente, una “non market economy”. I Paesi importatori di semilavorati o di prodotti industriali cinesi, dovrebbero quindi poter continuare ad imporre dei dazi e delle tariffe protettive contro eventuali azioni di dumping cinese per garantire un’efficace difesa commerciale contro la concorrenza sleale.
Dumping? Io conoscevo solo in Bungee Jumping
Ha ha ha, il solito mattacchione!!!
Per i non addetti ai lavori il termine dumping indica una procedura di vendita di un bene o di un servizio su di un mercato estero, (ossia al mercato che lo importa), ad un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita (o, addirittura, a quello di produzione), del medesimo prodotto sul mercato di origine, ossia quello che lo esporta.
Quello che verrebbe da chiedersi è se in effetti abbiamo sempre bisogno di un nemico immaginario, per non vedere qual è il vero problema, ossia la Cina in questi anni è cambiata molto ed anche gli stipendi e le condizioni lavorative sono migliorate in quel paese; ora però diamo uno sguardo alla situazione nel nostro paese, ovvero siamo sommersi da imposte/tasse, (da notare il termine “imposte”), dirette ed indirette, l’energia e gli altri servizi hanno dei costi imbarazzanti e sui dipendenti vengono applicate delle trattenute/contributi eccessivi.
E’ altresì vero che alcuni paesi orientali ci hanno un po’ abituato a puntare sempre al ribasso, facendo ahimè sparire buona parte dell’artigianato italiano di qualsiasi livello e settore produttivo, per cui molte aziende non si sono potute neanche confrontare con quei costi, né tantomeno diventare “competitive”.
La Cina non deve essere fermata e/o combattuta, ma tra nazioni ci si deve accordare in modo serio e costruttivo, rispettando tutti le stesse linee guida, pur sapendo che qualche differenza di prezzo sui prodotti ed anche sui servizi, ci potrebbe comunque ancora essere anche in seguito, ma queste differenze si potrebbero ridurre in modo esponenziale.
Il mostro da combattere non è la Cina, e neanche l’Euro fa schifo, ma semplicemente dobbiamo tagliare pesantemente le tasse applicando la stessa filosofia di altri paesi, ossia in linea di massima applicare una tassazione del 5% per i redditi bassi ed un 15% per i redditi alti o molto alti, niente di più; (in sintesi quella percentuale dovrebbe essere applicata a fine anno, in modo da chiudere ed archiviare definitivamente l’anno stesso, senza se e senza ma).
E per la spesa pubblica come facciamo? Questa si che è una bella domanda, innanzitutto imponiamo delle regole certe e trasparenti evitando per esempio che qualsiasi ente statale decida di effettuare degli investimenti a basso o alto rischio, e per pagare le aziende private che effettuano dei lavori pubblici, non ci resta che stampare quanto necessario, ovvero una parte del gettito per il corretto funzionamento dello stato lo fornisce il settore privato, cosa buona e giusta, e la rimanenza la fornisce il Sig. Draghi e/o simili.
Se vogliamo ancora andare oltre, dovremmo iniziare a rivalutare l’attuale economia basata sul denaro e pensare ad un sistema più evoluto, magari sulle risorse, e sì non sarà così attuabile nel breve termine ma sicuramente possibile fra qualche decennio.
Se sei arrivato/a sino a qui, beh complimenti per la pazienza, quindi non mi resta che parlare anche un po’ delle banche…mmm magari la prossima volta, ma ti voglio comunque premiare con un breve racconto relativo alla banche, che seppur tale, potrebbe avere un fondo di verità.
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